Il mio viaggiare

LABORlectoris

martedì 13 dicembre 2011

ELISA, QUALCOSA CHE NON C'E'



All'inizio Elisa si racconta intimamente e proprio la sua immagine eterea ed i delicati colori pastello mi fanno pensare ad un luogo come la propria anima; anche le parole raccontano di cose personali: cos'è che non mi lascia in pace, se vado veramente bene così come sono, ho scritto su un quaderno io farò sognare il mondo con la musica, … (esagero: in questa parte lei vorrebbe mostrarsi "nuda" – maliziosi, metaforicamente parlando s'intende! – al suo pubblico, dirci chi è veramente, ed in questo riesce con sensualità e non volgarità, ma la "tutina" che indossa – in parte rigida con corde e laccetti – rappresenta la sua timidezza, la sua riservatezza).

Ecco poi che Elisa – figura ancora eterea ma colori cupi sullo sfondo – inizia a sciogliersi per poi liquefarsi completamente (fateci caso, è una scena bellissima!) nella sfera del personaggio pubblico ed assume i colori del palco, blu cobalto principalmente.

Il ritmo è quello di scene di vita d'artista che si susseguono velocemente (ma la sua anima c'è, la ritroviamo in espressioni di riflessione o un poco tristi e malinconiche) ed in questo passaggio ci svela un suo comprensibile timore che non si è avverato: trasformandosi in "celebrità" non ha smesso di sognare, non ha smesso di sperare, non si è insomma adagiata sugli allori, come si suol dire.

E poi i salti (più di uno, bisogna provare e riprovare prima di imboccare la strada giusta) verso un futuro migliore e positivo, rappresentato dai colori forti ed intensi della speranza; la saggezza di Elisa ci svela un segreto detto con semplici parole ma di grande importanza: fare tutto come se vedessi solo il sole e non qualcosa che non c'è, trovare cioè la propria missione (amare credo sia il vero sole; potere, soldi, successo, ... sono il non c'è) e seguirla ciecamente.

Elisa alla fine ci dice – o dice a se stessa – che un equilibrio tra il privato e il pubblico della sua vita li ha trovati: pur blu di colore gira intorno a se stessa con espressioni rilassate e fare non frenetico, come se ancora fosse nel rifugio sicuro della sua anima. Non si è fatta prendere da quel qualcosa di più grande di lei (tutto il sistema che gira intorno ad un artista), ubriacandosi di successo, montandosi la testa, rovinandosi la vita e la carriera. É rimasta se stessa, nonostante tutto, e questo ci fa capire la forza, la volontà, la serietà, i solidi principi di questa donna straordinaria. (s.s.)

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