Guardavo le sue mani che stuzzicavano insolenti una rosa finta. Ed era così dolce il modo in cui nascondeva l’imbarazzo mentre parlava e sorrideva ironicamente delle proprie sventure, teneva gli occhi bassi. Guardavo le sue mani che si intrecciavano tra i ricami di una tovaglia. Riuscivo a stento a trattenere la voglia di afferrarle, di aggredire il suo dolore. Guardavo le sue mani che enfatizzavano opinioni con eleganza. Misto all’incenso il sapore di un pasto frugale, i ricordi storditi dal tempo. Pur essendo simile a tante altre persone, era speciale.
Nessun commento:
Posta un commento