Il mio viaggiare

LABORlectoris

domenica 19 febbraio 2012

ARISA, LA NOTTE



Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare, perché mi porto un dolore che sale che sale, si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché. E non arresta la corsa, lui non si vuole fermare, perché è un dolore che sale che sale e fa male. Ora è allo stomaco, fegato, vomito, fingo ma c’è. Lo stomaco ha resistito, anche se non vuol mangiare, ma c’è il dolore che sale che sale e e fa male. Arriva al cuore, lo vuole picchiare più forte di me. Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta, ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa. Vorrebbe una risposta, ma in fondo risposta non c’è. E sale e scende dagli occhi, il sole adesso dov’è, mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me. Che le parole nell’aria sono parole a metà, ma queste sono già scritte e il tempo non passerà. E quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché, né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà. La vita può allontanarci, l’amore continuerà. L’amore può allontanarci, la vita poi continuerà.

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